martedì 22 ottobre 2013

Dedicated to L. G.



Un sonetto elisabettiano


The Soul selects her own Society —
Then — shuts the Door — 
To her divine Majority — 
Present no more —
Emily Dickenson,


Ignoro cosa avessi, ma era strano:
se fossi stato, giorni fa, un gelato
sarei rimasto al sole e, piano piano
disciolto, verso il ciel sarei volato.

Cambiaron tutto i miti climi estivi
e i nostri circa trenta dì a scadenza
a far l'amore in mezzo a viti e ulivi.
Poi giunse l'ora della tua partenza.

Dicesti, mogia mogia: “I will miss you!
piangesti in cerca delle mie dita.
Risposi, onesto e triste: “Pure tu”,
poiché con te fioriva olente vita.

Stavamo ieri nella stessa stanza,
sarò domani un pezzo di vacanza...









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12 commenti:

  1. Finalmente un po' di sesso anche su Marchingegno88

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    1. [im]http://marekszyszkowski.files.wordpress.com/2010/02/vietato-ai-minori.png[/im]

      Guarda, giusto in questi giorni, mi era balenata l'idea di trasformarlo in un sito porno. Purtroppo, anche in questo ambito, c'è una concorrenza spietata: perciò pensavo di orientarmi su sentieri meno battuti tipo la gerontofilia...

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    2. ahahah! bellissimo. Questa mi piace moltissimo: leggera e ragionata. Quelle virgole danno un senso di leggerezza, di pausa, della dolcezza che alcuni sentimenti che ti fanno star bene hanno. Mi sono emozionato, seriamente.

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    3. Mi fa piacere che tu la trovi “leggera” anche dal punto di vista ritmico: mi sono scervellato per mesi nel tentativo di riprodurre in italiano, nel modo meno artificioso possibile, l'andamento del blank verse inglese: i primi tentativi, manco a dirsi, erano degli obbrobri improponibili...

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  2. Belli gli ultimi due versi. :) Pure 'miti climi estivi'. Hai reso dalla tenerezza all'amarezza, e sempre meno rigido. Pure l'elemento britpop del gelato. :D Haha tale B*(tutto il resto); anziché tradurlo interamente in un sito porno, proverei ad inserire qua e là delle parole di cazzo! rimando, come quel buon vecchio lettore del Torino Una Sega 3. Ve'i che ritmo.

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    1. Ciao Biada!
      Finalmente, anche se con un altro nome, torni a commentarmi. Bene, bene... Sono molto contento che ti sia piaciuto! E, soprattutto, mi fa molto piacere che ne hai colto il senso ultimo!
      Non ho capito se con “rigido” ti riferivi al ritmo del verso, ma questo è probabilmente il componimento dall'andatura più vincolata che abbia mai scritto: vorrà dire che, col tempo, sono migliorato come artigiano del verso. ;)
      Come dicevo a B* (tutto il resto), in teoria dovrebbe riprodurre questo ritmo:

      [im]http://internetshakespeare.uvic.ca//Library/SLT/media/images/Bverse2.GIF[/im]

      Quanto al ricorso alle parolacce ecc. ecc., in uno dei prossimi sonetti ci sarà una rima con “stronzo”.

      PS: Come hai fatto a far apparire quel faccione sorridente? Gli emoticon in questo blog non ci sono mai stati! Oddìo, mi sa che trafficando nel codice html ho modificato qualcosa senza sapere cosa...

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    2. Ora so cos'è il blank verse.
      Allora, 'ben cadenzato'. (non digito uno smile perché quel faccione non era volontario, bensì abbastanza inquietante)
      Aspettati Antonella Clerici digitando linguaccia e Laura Panerai se proprio vuoi ridere di gusto.
      D: Indovina?

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    3. Con D: è uscito fuori ispettore Bloch nudo... :(

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  3. Bellissima e soprattutto commovente, senza fare niente per esserlo, e proprio per questo d'una commozione a cui è bello abbandonarsi. Le poesie di Marchingegno ispirano sempre un'arresa fiducia. Non scrive tanto per scrivere, tanto per mostrare i muscoli e ostentare un frasario ciancicato. Ma c'è sempre una piccola, grande necessità. Ogni pezzo è sempre al suo posto. Bravo Marco!

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    1. Così arrossisco!
      A parte gli scherzi, sono lieto di come tu abbia sottolineato il fatto che «ogni pezzo è sempre al suo posto». In tutta schiettezza, è un obiettivo cui punto molto: del resto, scrivo (quasi) sempre cicli di sonetti, quindi, indipendentemente dalla loro autonomia individuale, vanno visti come elementi costitutivi di un insieme.
      (Oddio, spero di non essermi spiegato in modo troppo fumoso...)

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  4. Grande Luchi! Spettacolare l'idea del modello che hai preso per il ritmo!

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    1. Dato che ho dedicato il sonetto a una ragazza americana, volevo che il ritmo fosse... “anglofono”. Una volta, in treno per Firenze, lei mi spiegò il ritmo del blank verse e l'esempio che mi fece fu questo:

      [im]http://i101.photobucket.com/albums/m49/clbruno/shakesonnet1.gif[/im]

      Ora, quando ho scritto la poesia, avevo costantemente in mente solo quel primo verso: pertanto non ho preso neppure in considerazione eventuali varianti!
      Insomma, riguardando col sennò di poi quello schema metrico, mi accorgo che sarei potuto essere meno rigido di come sono stato!

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